Pro Loco di Pratolungo
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Nel 1822 la chiesa fu alzata di circa m 2,5, assumendo le attuali proporzioni.
Le cappelle laterali furono edificate tra il 1827 e il 1830.
L’attuale statua dedicata alla Madonna, collocata nella nicchia a fondo chiesa fu realizzata nel 1850, è realizzata in legno e raffigura la madonna con bambino e putti alati. È opera del Montecucco. Il coro in legno, di pregevole fattura, risale al 1873.
La chiesa, attualmente, appare in ottime condizioni e fornisce una testimonianza dell’architettura che ha caratterizzato le chiese del basso Piemonte dal 1700 ai primi del 1900. Per chi fosse interessato aa approfondire la conoscenza della storia di questa località si consiglia la lettura del recente volume “Pratolungo: chiese e personaggi” di Angelo Allegro e Giovanni Roso edito dalla Parrocchia di Pratolungo.
LA NOSTRA STORIA...
Circa la chiesa delle Grazie si hanno notizie a partire dalla fine del 1500. Non è chiaro se questa chiesa e la comunità del nucleo abitato ora denominato Pratolungo Superiore fossero già un tutt’uno con la comunità afferente alla chiesa dei Mater Salvatoris. Sicuramente la unificazione della popolazione residente nella valle in un’unica comunità parrocchiale avvenne a partire dal 1596 quando nacque l’attuale parrocchia di N.S. della Neve.
La storia di Pratolungo è, da sempre, strettamente legata alle vicende della natura del luogo e delle sue chiese.
Il luogo, che ora appare una ridente e tranquilla vallata, nel passato –fino al secolo XII– era del tutto inospitale. Il torrente Neirone, infatti, arrivava nella piana di Valle e da lì non aveva sfogo. In pratica tutta la valle dove oggi si trova Pratolungo e la piana che arriva fino a Gavi erano una grande palude.
Vi erano già degli insediamenti abitati, probabilmente nella zona in cui si trova l’attuale Pratolungo superiore, ma questi nuclei afferivano alle località di Sottovalle e di Carrosio, cioè ai centri abitati che si affacciavano sulla via Postumia o sulla diramazione che conduceva a Gavi.
Intorno al XII secolo un nucleo di frati Agostiniani avviò i lavori che crearono uno sfogo delle acqua del Neirone nel fiume Lemme. Allo scopo idearono ed aprirono un varco per le acque a nord del Forte di Gavi.
Quest’opera bonificò tutto il territorio e creò le condizioni per coltivare ed abitare la vallata.
I frati, per le celebrazioni religiose e, probabilmente, per viverci, avviarono la costruzione di una chiesa localizzata nel punto in cui ora troviamo la cappella di Mater Salvatoris o San Salvatore.
Da quel momento le vicende della popolazione e delle chiese si intreccia sempre più. La valle diventa attrattiva per gli insediamenti abitativi: il terreno è fertile, non si è troppo lontani dai centri abitati ma, nello stesso tempo, si è fuori mano rispetto alle vie di comunicazione all’epoca percorse da eserciti e da bande di predoni.
della chiesa di Mater Salvatoris si hanno notizie già nel 1196. Intorno al 1400 era certamente parrocchia.